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Quello che emerge con forza è una Tina felice e libera (felice perché è libera), come scrive lei stessa a Weston nell’aprile del 1925: una donna dall’intelletto vivace e dalla sorprendente capacità di introspezione, la cui natura poliedrica appare capace di orientarne le scelte. Articolato in sei sezioni, il percorso espositivo si propone di mostrare al pubblico le infinite sfaccettature di una fotografa abile nel tralasciare l’estetica per dedicarsi all’etica. Quello che emerge con forza è una Tina felice e libera (felice perché è libera), come scrive lei stessa a Weston nell’aprile del 1925: una donna dall’intelletto vivace e dalla sorprendente capacità di introspezione, la cui natura poliedrica appare capace di orientarne le scelte.

A Palazzo Roverella, fino al 26 gennaio, si può visitare la più importante mostra monografica italiana su Henri Cartier-Bresson, incentrata sul lungo rapporto tra il fotografo francese e il Bel Paese. Un viaggio emozionale, da Nord a Sud, da vivere attraverso 200 splendidi scatti e numerosi documenti realizzati tra gli anni Trenta e Settanta.

La quarta edizione della rassegna, che si svolge dal 4 agosto al 3 novembre a Bedonia (Parma), è caratterizzata da quattro attesissime mostre internazionali: la collettiva “Shock, Pop & History”, con opere di Andy Warhol, Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Keith Haring, Damien Hirst, Shephard Fairey, Annie Leibovitz e Roberto Sebastian Matta; la personale del fotografo tedesco Matthias Langer; “Il sole nei colori” di Roberta Cavalli; “Rinascere” dello scultore bosniaco Mirsad Herenda. Da non perdere, inoltre, la residenza d’artista della pittrice russa Ludmila Kazinkina.