ALESSANDRO ALGARDI, LE MIE OPERE ALLA CORTE DI RE MIDA. L’ELEGANZA SI INTRECCIA ALLA PROVOCAZIONE DELL’ARTE CONTEMPORANEA

UNA MOSTRA CHE ESPRIME IRONIA E CREATIVITÀ

L’arte di Alessandro Algardi è viva. E’ facile scriverne poiché, nelle sue opere calligrafiche su tela, l’eleganza dei suoi quadri illeggibili è dominata dall’espressione nascosta delle sue idee. Nella sua scrittura pietrificata è possibile trovare un’eco e una sedimentazione di secoli di culture scritte.

Nella loro molteplice varietà, singoli caratteri o lettere si combinano formando parole che comunicano il segno delle idee, mentre sensazioni e sentimenti sono più facilmente esprimibili attraverso una rappresentazione di alberi, animali, esseri umani, paesaggi ed oggetti.
Nel mondo delle idee, la lettera è la componente elementare per la loro espressione concreta, nessun altro medium la può eguagliare. Si potrebbe immaginare una filosofia che sarebbe sopravvissuta senza scrittura? Nella profondità della nostra mente ciascuna parola si collega ad un particolare oggetto, un dato concetto, un frammento di memoria, ma in nessun luogo ciò emerge più chiaramente che in un testo scritto, dove le idee sono fatte a pezzi, frammentate, sminuzzate e poi ricomposte in un filo di parole. La scrittura è un’incarnazione, o piuttosto lo specchio, delle idee.
I corsivi di Algardi posseggono proprio il carattere del fluire liquido delle idee. Ma la stessa scrittura è resa illeggibile. La sovrapposizione di un testo sull’altro trasmette una tensione sul loro possibile significato. In questo modo la scrittura di Algardi copre il nascosto che sta al di sotto e quella tensione resta permanentemente presente, una volta per sempre. La sua calligrafia illeggibile genera un forte desiderio di proseguire verso l’indecifrabile testo successivo che, di nuovo, richiamerà la nostra attenzione in un’affascinante e misteriosa esperienza.
La segretezza di queste scritture risveglia magicamente in noi nuove idee. Ciascuno di noi può veramente e ripetutamente introdurre nella scrittura di Algardi il mondo delle proprie idee. Ciascuno di noi, guardando queste opere, è colpito dalla loro realtà immateriale. Il mistero di questo grafismo, apparentemente irraggiungibile, è che esso può diventare un linguaggio accessibile a tutti.

In un normale testo leggibile ciascuna lettera deve essere inserita in una giusta sequenza, affinché possa generare una parola, quale entità logica all’interno del linguaggio di quel testo. E’ questo un processo molto simile a quello utilizzato nel pensiero matematico, dove i simboli realizzano il legame tra matematica, algebra e geometria. Si potrebbe dire che le lettere producono un’informazione digitale, mentre le parole sono analogiche.
Entrambi i tipi di informazione sono associati nel cervello in ciò che chiamiamo linguaggio. Il linguaggio organizza i nostri concetti congelandoli nelle parole e li unisce in una frase che esprime un’idea.

E’ significativo che la scrittura abbia avuto inizio con i pittogrammi che, però, richiedono un’enorme numero di disegni complicati ed è necessaria una grande abilità per scrivere un testo pregno di significato. Molti scritti pittografici, provenienti da ogni parte del mondo, rimangono per sempre incomprensibili, perché i loro disegni analogici non possono essere facilmente interpretati per una loro analisi digitale. Ben presto il sistema pittografico giapponese perfezionò quello cinese, introducendo segni stenografici per suoni seriali come Ba, Be, Bi, Bo, Bu etc. Ciò rappresentò un incredibile progresso.
L’alfabeto ha rappresentato, evidentemente, la successiva e decisiva svolta nel perpetuare e preservare la conoscenza nel corso dei secoli, in senso storico e geografico.
Queste osservazioni servono a mostrare come la scrittura di Algardi faccia rivivere quella differenza tra lettera ed immagine che emerge dalla sua abilità nell’intrecciare lettere digitali e segni analogici. Le idee di ciascun osservatore affiorano nella sua propria mente.
Inconsciamente, Algardi, nei suoi scritti illeggibili, esteriorizza questo meccanismo mentale, mentre altri artisti, attraverso una normale scrittura leggibile, giocano con le parole, per trasmettere un messaggio che può essere letto sulla superficie delle loro opere.
Il grafismo di Algardi, con la sua particolare impaginazione, sembra penetrare nel profondo di ciò che le lettere significano, in modo cento volte più sottile e acuto di quanto possano le massime naïf dei pittori grafici, attraverso semplici testi leggibili al primo sguardo. Sfortunatamente, troppo spesso, non vogliono dire molto, ma sono soltanto una presa in giro, un gioco di parole, un trucco che evapora velocemente come etere.

LA SCRITTURA SU TELA

La scrittura su tela di Algardi esprime l’eleganza e l’autoconsapevolezza dell’intelligente Hurcule Poirot, in un perfetto abito Huntsman, confezionato su misura sulla sua personale anatomia, con un tessuto senza macchie, bianco come la neve. Quando Magritte, scrive “ceci n’est pas une pipe” è l’osservazione di un uomo che porta una bombetta.
Il profondo significato della sua scrittura deriva dal conflitto del suo buonsenso borghese con il tornado del dadaismo del dopoguerra e con i suoi esperimenti surrealistici da parte di poeti ed artisti pittorici. Se si leggono gli appunti, le note, gli scritti di Ben, vediamo che egli scopre il suo ingegno non andando al di là di una piccola chiacchierata, dietro ad un bicchiere di CocaCola, seduto ad un tavolino rotondo di metallo a tre piedi.
I titoli di Arakawa, lungo le strisce di una bandiera, o i titoli espliciti di Jim Dine sui suoi assemblaggi dipinti con strumenti reali, non sono altro che una stravagante nota a piè di pagina, ad espressione provocatoria degli oggetti. Sono affermazioni dirette. Oldenburg aggiunge annotazioni scarabocchiate ai suoi disegni iconico-tecnici, ciascuno di noi può afferrare l’ironia che sta dietro alle sue opere: ne è un esempio lampante il ‘vacuum cleaner’. Allo stesso modo, Panamarenko riempie con formule scientifiche lo spazio attorno ai suoi ‘aeroplani impossibili a volare’, egli inganna lo spettatore con formule non senso, dando un’impressione di banalità alle geniali invenzioni di Leonardo Da Vinci.

IL MISTERO E LA TENSIONE DEL LINGUAGGIO INACCESSIBILE

C’è un’abbondante distanza tra tutti costoro che utilizzano parole e massime e l’astuta eleganza di Algardi – omonimo e discendente dello scultore di gloria barocca – poiché tutti i suoi colleghi artisti usano le parole come souvenirs del loro animo. Egli, al contrario, scrive dei nostri problemi più intimi che ci tengono occupati, segretamente, in ogni momento del giorno e perfino nel sonno, nei nostri sogni.
Con nostro stupore, questi testi, che non possono essere letti, generano l’esperienza stimolante del loro significato nascosto. Essi stimolano un’immagine di perenne bellezza, mistero e verità, che osserviamo con il nostro occhio interiore. Il linguaggio dell’opera d’arte trasmette un messaggio universale aperto a tutti. Ognuno di noi può leggere il testo di Algardi con il suo stesso idioma e attribuirgli il proprio significato, mentre guarda ad un raffinato oggetto d’arte creato con cura artigianale. Una pioggia di acque pentecostali può risvegliare in ciascun osservatore il suo personale mondo di idee.

SULLE LETTERE E I NUMERI

Esiste una grande differenza tra lettere e numeri, se consideriamo il loro valore nominale. Una lettera è un segno chiuso, limitato all’interno del linguaggio in cui è utilizzato. Una cifra o numero, al contrario, è completamente mobile; un numero può esprimere qualsiasi tipo di quantità, in qualsiasi linguaggio. Esso mantiene un valore fisso. Il numero è lo stesso bicchiere che potrebbe contenere acqua, vino o latte.
In una parola le lettere si associano, si combinano come in un fiore. In un particolare linguaggio alcune parole hanno un aspetto più aggressivo, dolce, maschile o femminile, che non corrisponde, necessariamente, al loro significato intellettuale all’interno della mente. Parole che noi colleghiamo nel nostro cervello nella ghirlanda di una frase, un paesaggio dove ciascuna parola rappresenta un cespuglio, un prato, un ruscello, un recinto o una strada. Frasi in successione si collegano in modo tale che lo scrittore possa trasmettere una impressione chiara di ciò che pensa, ma per il lettore essa potrebbe risultare incompleta, o generare addirittura un significato errato. Con Algardi c’è ancora di più. Egli scrive parecchi testi uno sull’altro, così da assicurarsi che noi non potremo leggerli.
I suoi scritti, la sua scrittura, hanno una serie infinita di possibilità interpretative. Questo è un modo di procedere nuovo e sconosciuto. Con la volontaria distruzione della funzione primaria di un testo scritto – letteralmente per informare – Algardi lascia l’osservatore impotente. Tuttavia, io stesso e voi, noi, abbiamo l’opportunità di immaginare il mistero che accade nelle menti degli altri nella costruzione delle loro proprie storie. Algardi scrive per ciascun osservatore la storia che il lettore desidera vedere. Ciò è originale ed affascinante.

La tela, che al primo sguardo sembra apparentemente avere una superficie astratta, richiede all’osservatore uno sforzo mentale. Il fascino estetico della nuova scrittura è qualcosa simile alla pelle morbida di una immaginaria bellezza, che noi possiamo toccare e che trasmette una forza interiore tale da colpire la psiche come un lampo, perlomeno se l’osservatore può sentire una tale reazione e accettarla. “Plus est en vous” suggeriscono queste opere e soltanto per coloro che sono iniziati.
Davanti ad un’opera d’arte, molti rimangono senza idee o senza parole. Sono incapaci di afferrarne il significato che potrebbe nascere nel loro cervello. In realtà, probabilmente, essi di rado usano il loro cervello. Mancanza di intelligenza, forza di volontà anemica, basso livello di ormoni, affaticamento da superlavoro, scarsa esperienza personale, integrazione lenta con l’opinione dei propri simili: ecco alcune possibili cause della nebbia che incombe, pervade la loro mente e li rende incapaci di godere delle fasce dorate che la luce del sole autunnale crea sulle foglie rugginose cadute nel bosco, tra gli argentei tronchi dei faggi. Nelle loro menti crescono soltanto piccoli cespugli, il che significa che né nel loro animo ci sono zone d’ombra, oscure e pericolose, né nel loro cuore il sole, a cui potersi scaldare.

IL SIGNIFICATO DELLA CALLIGRAFIA DI ALGARDI

Non ci si può avvicinare ad un Algardi senza provare rispetto per un’opera che contiene l’impatto del paesaggio spirituale della sua mente. Rimaniamo ancora perplessi, dopo un’analisi della calligrafia illeggibile ma esteticamente bella del nostro pittore. Ogni scritto esprime un’idea che vive nella mente. Noi scriviamo con parole leggibili, perché pensiamo che la nostra idea sia chiara e degna di essere letta. Qui sta il più profondo significato di Algardi, la cui scrittura rimane affascinante anche quando nel corso degli anni continuiamo ad ammirare il suo testo illeggibile. La sua arte è dedicata al giardino segreto dei nostri pensieri nascosti.
Colui che pensa che queste opere siano noiose, prive di significato e di valore, è egli stesso “jejune”, che vuol dire “affamato, vuoto e magro”. Personalmente, preferisco interpretare i suoi scritti come un digiuno che mi rende affamato, come la superficie di un deserto con la sua profonda solitudine che arricchisce. Noi abbiamo bisogno di questa solitudine per scoprire le nostre proprie risorse.
A questo punto potrebbe essere utile un paragone ed io propongo di guardare ad una bella tela bianca con la superficie tagliata da Fontana. L’analogia tra Algardi e Fontana è interessante. Fontana squarcia la tela e la brutalità incisiva dei suoi tagli rivela una ferita nella sua sensibilità che sembra meno evidente nell’opera di Algardi. Ma anche Algardi crea tele eruttive, dove i graffi, attraverso la superficie, esprimono la sua furiosa energia. L’immobilità delle pagine congelate è allora sostituita dalla rabbia di un gesto tormentato.

Una tela di Algardi, attraverso il suo campo innevato di idee, scrive di scrittura. La sua arte non potrebbe mai essere stata concepita prima del giorno in cui egli decise di fare un’allegoria dell’informazione digitale, che è il marchio della nostra era del computer.
Scrivere di Algardi non è stato difficile, perché lo spirito della bellezza, che tutti ci afferra, giace sulla superficie delle sue tele, scritte in un linguaggio che ogni conoscitore può leggere nel suo personale idioma.
Prima di congedarci da Algardi dobbiamo ancora ricordare che egli non svela mai il significato del suo periodare. Là rimane il mistero. Non è una tale bellezza una gioia per sempre?

Infomazioni

ALESSANDRO ALGARDI, LE MIE OPERE ALLA CORTE DI RE MIDA
In collaborazione con Zampetti Immobili di Pregio, Galleria Gracis e Arsfolio.

L’esposizione delle opere è curata da Mary Bernocco, donna dalla personalità eclettica, “nata con la matita in mano”, docente di Interior design alla Essence Academy e titolare di Milano Interiors, nel cui showroom, situato sempre al civico 10 di via Leopardi, saranno esposte alcune opere dell’artista come parte integrante della mostra.
Orari: Giovedì 13 Febbraio 2025
Apertura dalle 18:00