L’INIZIATIVA PER GAZA
Milano, 11 dicembre – A fronte di eventi particolarmente tragici della Storia, è sempre accaduto che intellettuali e artisti uscissero dai loro studi e facessero sentire la loro voce per stimolare una presa di coscienza collettiva. Allo scoppio della guerra ucraina, Ferruccio Ascari realizzò NOWAR, un’installazione ambientale che era un grido contro la guerra: oggi riprende quell’opera dedicandola in modo specifico a GAZA e al genocidio che lì si sta consumando. L’artista, consapevole dell’insufficienza di una presa di posizione individuale, avverte come irrinunciabile dare il suo contributo ad una presa di coscienza collettiva.
Lo studio di Ferruccio Ascari, in via Confalonieri 36 a Milano, ospita per l’occasione opere, contro la guerra, di François Berthoud e Roberto Da Pozzo.
STORIA DI UN INCONTRO
Ferruccio Ascari, François Berthoud, Roberto Da Pozzo
C’è una storia dietro l’iniziativa ‘No War’ che può aver senso raccontare: è il legame che unisce i tre protagonisti al di là dei loro diversi percorsi. Agli inizi degli anni ’80, François Berthoud e Ferruccio Ascari condividono lo studio di via Villoresi a Milano, lo frequenta assiduamente anche Roberto Da Pozzo. È un luogo dove si scambiano esperienze, in cui la storia personale di ciascuno s’intreccia con il loro percorso creativo. Negli anni a venire percorreranno strade diverse, seppur contigue, ma quel periodo della loro vita lascerà una traccia profonda. Un legame che riemerge in questo evento che li vede uniti, in un appello contro le guerre in corso in questa fase della nostra Storia di cui siamo impotenti testimoni. Uno scenario spaventoso che deve essere fermato con ogni mezzo, chiamando a raccolta tutti coloro che hanno a cuore il destino del nostro Pianeta e di quelli che lo abitano.
NO WAR
“Quando mi sono incontrata con loro, insieme a Silvia Negri Firman, che si è offerta di occuparsi della comunicazione di “No War”, mi è venuto spontaneo chiedere cosa li avesse spinti a partecipare a questo progetto, come gli attuali ‘venti di guerra’ colpissero il loro vissuto personale e se ritenessero che l’arte possa in qualche modo mobilitare le coscienze.” Daniela Cristadoro, curatrice della mostra.
“Come artista, ho sentito l’urgenza di unire la mia, per quello che vale, alle molte voci che dicono ‘no’ a questa guerra, di aggiungere il mio ‘no’ al grido che si leva da più parti, ma che nei mezzi di comunicazione di massa non trova eco. Ho concepito NOWAR come un’installazione itinerante che nella reiterazione moltiplichi il suo senso. Consapevole dell’insufficienza di una presa di posizione individuale avverto come irrinunciabile dare il mio contributo ad una presa di coscienza collettiva. Sono convinto che l’opinione pubblica possa avere un importante ruolo di contrasto alla guerra.” Ferruccio Ascari.
“Provo frustrazione, ho la sensazione di non poter fare nulla…”. François Berthoud.
Ciò nonostante François si sente coinvolto in questo progetto. Non a caso vi partecipa con un’opera, PEACE BOMBS, che si riferisce alla guerra in Vietnam: afferma che riproporla oggi sottolinea la stupidità d’intraprendere qualsiasi tipo di conflitto armato sapendo che produrrà soltanto desolazione e morte.
“La guerra è stata ed è la più grande sconfitta del genere umano! Io sono figlio di un partigiano che ha fatto la guerra, nipote di un nonno che di guerre ne ha fatte due. Io e la nostra generazione non l’abbiamo vissuta in prima persona. L’abbiamo vista nei film, nei libri, in televisione. Ad ogni modo l’ho sempre vissuta come una sconfitta dell’essere umano. Mobilitarsi per un’idea, per dei valori, degli ideali è giusto e sacrosanto! Non possiamo subire, dobbiamo manifestare con i nostri mezzi e il nostro linguaggio come la pensiamo.” Roberto Da Pozzo
Silvia Negri Firman afferma che la sofferenza causata dai tanti conflitti in corso, la consapevolezza della loro gravità, ma anche l’amicizia con i suoi compagni di avventura è ciò che l’ha spinta a partecipare a questa iniziativa. La guerra, come ogni altra forma di violenza, la ferisce profondamente: si chiede come sia possibile arrivare a tanto. Ritiene la mobilitazione delle coscienze un dovere per chi prova sentimenti forti e indignazione nei confronti della violenza e delle ingiustizie. Lo si fa sperando di trovare ascolto, sostiene, e di poter avere una qualche influenza sul corso della storia.
ll 25% dell’eventuale vendita delle opere in mostra verrà devoluto ad EMERGENCY. I visitatori potranno comunque contribuire alla raccolta fondi a favore di Emergency acquistando, con offerta libera, le cartoline riproducenti le opere esposte.
Informazioni
Fino al 15 dicembre, l’esposizione sarà visitabile con prenotazione, presso lo studio Ferruccio Ascari, in via Confalonieri 36. Per appuntamento: 339 1909041 – 348 5279691