IL MUSEO CA’ PESARO
Il titolo del progetto ospitato nella Sale Dom Pérignon di Ca’ Pesaro, Scultura lingua morta, richiama il celebre scritto del 1944 di Arturo Martini, in cui lo scultore mette in dubbio la capacità della scultura di esprimersi in maniera viva e universale, fino ad attaccarla apertamente, negarne la possibilità di essere salvifica, nei terribili anni della Seconda Guerra Mondiale. Dalle riflessioni di Martini, autore fondante del gruppo di artisti che ai primi del ’900 si erano riuniti intorno al primo Direttore di Ca’ Pesaro Nino Barbantini e rappresentato nelle raccolte civiche conservate dalla Galleria, prende avvio un dialogo – quasi un corpo a corpo – tra Giorgio Andreotta Calò, artista veneziano annoverato tra le voci più autorevoli dell’arte italiana a livello internazionale, e la città di Venezia, considerata nella sua plasticità e fisicità.
UN NUOVO INTERVENTO DI VALORIZZAZIONE
La mostra propone un viaggio nelle opere più significative dell’artista, tra cui le Clessidre, Pinne Nobilis, Carotaggi, e due straordinarie Meduse. Uno degli esemplari di Medusa, entrato nella collezione civica di Ca’ Pesaro grazie al PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura sarà esposto nello scalone del Museo ad accogliere i visitatori del primo piano mentre un altro instaura nelle sale un dialogo inedito con la Testa di Medusa di Martini, proveniente dalle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.
LE OPERE
Insieme a queste opere sono esposti i materiali che per primi hanno attivato il dialogo dell’artista con il Palazzo sul Canal Grande: la seconda sala della mostra vive nei disegni e nei carotaggi, esito delle indagini eseguite dai professionisti dei Lavori Pubblici del Comune di Venezia sulla facciata di Ca’ Pesaro.
Il rapporto tra la produzione plastica contemporanea e la città di Venezia, rappresentato dalla sensibilità di Calò cui si affiancano le collezioni di scultura di Ca’ Pesaro e la monumentale architettura del Palazzo, si arricchisce delle suggestioni ispirate dai preziosi documenti provenienti dall’Archivio Storico della Galleria. Sono tracce di campagne fotografiche condotte sulle collezioni, di cambiamenti e riflessioni sull’allestimento delle opere, sull’architettura e sulla facciata, trame di una storia che si intreccia con la produzione di Calò attraverso lo sguardo trasversale e dialogico del collettivo Ipercubo.
La produzione plastica, ma anche la museografia, l’architettura e il restauro manutentivo, le indagini statiche e scientifiche sui materiali e sul palazzo, diventano tutti elementi di una lingua viva che testimonia il dialogo ininterrotto tra Venezia, i protagonisti del suo glorioso passato e gli interpreti del suo articolato presente.
Informazioni
Giorgio Andreotta Calò
Scultura lingua morta
A cura di Elisabetta Barisoni
Quando: La mostra è visitabile dal 15 novembre 2024 al 4 marzo 2025 con l’orario e il biglietto del Museo.
Dove: Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia
Sale Dom Pérignon