BODY BUILDINGS. L’UOMO E L’AMBIENTE EDIFICATO

GALLERIA CONTINUA PRESENTA BODY BUILDINGS

Galleria Continua è lieta di presentare Body Buildings, la terza personale di Antony Gormley nell’Art District 798 di Pechino dopo Another Singularity (2009) e Host (2016). Body Buildings indaga la relazione tra la nostra specie e l’ambiente edificato (built environment), ossia tutti quegli spazi e strutture create dall’uomo, come edifici, strade e altre infrastrutture. Un mondo che si proietta sempre più in alto e a cui difficilmente è possibile sottrarsi. In un recente gruppo di sculture e disegni, Gormley si avvale dell’uso di terracotta e ferro, due materiali che si ritrovano costantemente all’interno dell’“ambiente edificato”, al fine di poter “pensare e sentire il corpo in questa condizione”.

RESTING PLACE II

Resting Place II, opera centrale all’interno del corpus di opere in mostra, evoca l’immagine di un fitto labirinto in cui i visitatori sono incoraggiati ad addentrarsi e ad esplorare liberamente. Il campo disseminato di 132corpi a grandezza naturale, ciascuno realizzato con mattoni di terracotta impilati, esplora il concetto del “corpo a riposo” quale dimora umana primordiale. Per l’artista, infatti, il mattone è un “pixel fisico”, un oggetto tangibile che storicamente gioca un ruolo importante nella cultura cinese.

Disposti in posizioni ortogonali eppure precarie, i corpi riproducono varie posture, dal rilassamento scomposto alla posizione fetale che evoca un senso di auto-protezione. Se osservata dal primo e dal secondo piano della galleria, l’interazione tra i visitatori che si spostano e i corpi di argilla orizzontali crea un campo dinamico in cui interviene la peculiarità dell’esperienza soggettiva. Come ha chiarito Gormley: “Resting Place II evoca il rapporto del corpo umano con il suolo, la superficie della terra. E rimanda a due tipi molto diversi di “abbandono”: quello rilassato del corpo sulla spiaggia, a cui torniamo come luogo dei giochi di infanzia e del relax, e quello del migrante che ha cercato, forzatamente o liberamente, una nuova casa.

Ciò che inizialmente appare come una caotica esposizione di materiali da costruzione potrebbe risolversi in un modello di città, e spingendosi oltre nell’interpretazione, trasformarsi in un invito a empatizzare con il corpo come luogo di dimora, con alcuni corpi che evocano stati di profondo rilassamento e appagamento, altri di ripiegamento e di difesa.

LE ALTRE OPERE

Accompagnano Resting Place II le due sculture in ferro Circuite Ally, che esplorano le analogie tra infrastrutture urbane–strade, circuiti elettrici, fognature–e relazioni umane. Circuittrasforma queste reti in un apparato circolatorio condiviso da due corpi, mentre Ally usa enormi blocchi di ghisa per testare il modo in cui due corpi possono trovare stabilità reciproca attraverso un comune centro di gravità. Queste opere, che indagano la vicinanza e l’intimità, s’interrogano su quanto l’ambiente urbano plasmi e rispecchi le relazioni umane.

Ai lati di Circuit troviamo Short e Shame, due lavori in cui il corpo viene rappresentato come un campo energetico indipendente che devia dal suo centro di gravità, rifuggendo intenzionalmente la stabilità associata alle statue, simbolo di potere. In una serie di nodi serrati, Shame identifica alcuni punti di tensione distribuiti nel corpo–caviglie, ginocchia, bacino, testa e mani– mentre Shorts fugge allo stato di costrizione imposto dalla pelle, con le linee di ferro che si estendono fuori dal corpo, oltre la sua superfice apparente.

All’ultimo piano della galleria Rule III e Buttress trasformano lo spazio corporeo in un’impalcatura reticolata che ricorda gli scheletri dei grattacieli dell’architettura contemporanea. Così facendo, le opere rappresentano plasticamente il modo in cui, avendo creato un mondo, ora è esso che costruisce noi. I due corpi arrugginiti sono poggiati direttamente alle pareti per richiamare il contesto architettonico e sensibilizzare chi guarda sul rapporto con l’ambiente edificato.
Le sculture sono accompagnate da una serie di disegni. Singularity X ed Event VII evocano i fulgidi albori della materia astrale. La serie di disegni stratificati Luxrinvia alle aperture, o sorgenti di luce, intraviste dall’interno di spazi chiusi. Altri disegni, realizzati con inchiostro difungo Coprinus comatus, oltre che con carbonio e caseina, esplorano l’oscurità, sia come esperienza fisica sperimentata internamente al corpo, sia come condizione vissuta inprossimità di un altro corpo.

Informazioni

Galleria Continua Beijing Art Dst. 798, 2 Jiuxianqiao Rd. Chaoyang Dst, Pechino
Inaugurazione Giovedì 14 novembre 2024, fino al 14 aprile 2025 da Martedì a Domenica: dalle 11.00 alle 18.00
Info www.galleriacontinua.com