LA MOSTRA
La mostra “CRISTINA ROCCATI (1732-1797). La donna che osò studiare fisica” promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la curatela scientifica di Elena Canadelli, da una idea di Sergio Campagnolo, che si potrà ammirare a Palazzo Roncale dal 6 dicembre 2024 al 21 aprile 2025, sarà preceduta da una campagna di comunicazione originale.
Già a partire da novembre, nelle sedi istituzionali e nei locali pubblici di Rovigo, oltre che nei social network saranno in distribuzione tre cartoline di annuncio della mostra.
LE TRE CARTOLINE
La prima riporterà un’affermazione di Monsignor Gregorio Barbarigo (1625-1697), vescovo di Padova: «È uno sproposito dottorar una donna, ci renderebbe ridicoli a tutto il mondo». Con essa l’illustre personalità di Chiesa manifestava la sua “perplessità” all’ipotesi di conferire la laurea a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684) che, nonostante l’illustre parere, fu la prima donna al mondo a conquistare il riconoscimento accademico nel 1678.
La seconda affermazione “L’intelletto femminile è governato dai movimenti dell’utero e perciò c’è la necessità di una guida maschile per le donne” esprime il pensiero di Petronio Zecchini (1739-1793) celebrato anatomista all’Alma Mater Studiorum di Bologna. Pensiero dominante nell’ambiente universitario bolognese, al tempo in cui l’Ateneo conferiva la laurea alla giovanissima Cristina Roccati, che divenne così la terza donna a ottenerla nella storia.
La terza cartolina invece riporta una voce femminile di altrettanto forte impatto: “I am not a Lady. I am a Scientist” (Non sono una donna. Sono una scienziata). La citazione è di Gertrud Kornfeld (1891–1955), la prima scienziata ad ottenere un titolo accademico in chimica in Germania.
Un messaggio che sottolinea ancora una volta come la storia della scienza sia costellata da scienziate che hanno lasciato e, continuano a lasciare, una traccia indelebile nel mondo scientifico diventando modelli e stimoli per le nuove generazioni.
L’IMPORTANZA DELLE DONNE
Le prime due citazioni appaiono come misogine e inaccettabili, tuttavia furono espresse da due personalità autorevoli, illustri, certamente colte e in esse esprimevano la mentalità corrente nel loro tempo, pur in ambienti socialmente e culturalmente elevati di cui erano espressione.
La supposta incapacità delle donne di affrontare temi scientifici influenzò il pensiero dominante ben oltre la vicenda Roccati, tanto che si dovrà arrivare a Novecento inoltrato per l’ingresso delle donne al pari degli uomini nel mondo della scienza.
Una evidente subalternità con cui hanno dovuto dibattersi le scienziate rispetto ai loro colleghi maschi influenzerà l’ambiente accademico e della ricerca sino a tempi ancora più recenti. Oggi la maggioranza di coloro che studiano materie scientifiche sono donne ma, ad analizzare i vertici delle facoltà e dei centri scientifici, troviamo che la loro presenza è tutt’ora minoritaria.
“Come per molte donne dell’epoca – afferma Elena Canadelli – dopo la morte di Cristina Roccati un velo si è posato sulla sua vita e sulla sua opera, un velo che la mostra a Palazzo Roncale vuole sollevare per ripercorrere attraverso di lei i rapporti tra la scienza, la società e il ruolo delle donne nel secolo dei Lumi. A lungo le donne sono state escluse da percorsi istituzionali in campo scientifico e anche oggi il tema della loro presenza/assenza nella scienza continua a fare riflettere e discutere, con il permanere della disparità di genere nelle materie scientifiche. La figura della Roccati consentirà di approfondire in chiave storica questi temi di grande attualità”.
Informazioni
CRISTINA ROCCATI (1732-1797)
La donna che osò studiare fisica
Quando: 6 dicembre 2024 – 21 aprile 2025
Dove: Rovigo, Palazzo Roncale
Orari in concomitanza degli eventi espostivi. Lunedì-Venerdì: 9:00-19:00.
Sabato, Domenica e festivi: 9:00-20:00.
www.palazzoroncale.com