EMMANUEL BABLED “LA MAIN DES AUTRES”

Un viaggio nella carriera del designer

Milano, 2 ottobre 2024 – Il titolo di questa monografia, La main des autres, non potrebbe essere più appropriato, poiché riassume perfettamente l’essenza del lavoro di Emmanuel Babled. Il designer francese, che ha stabilito il suo studio a Lisbona dopo aver vissuto a Parigi, Milano e Amsterdam, si è inizialmente formato come designer industriale. Tuttavia, all’inizio della sua carriera, ispirato dal grande Ettore Sottsass, si rese conto che la sua vera passione non risiedeva nella realizzazione in serie di oggetti destinati a riprodursi in migliaia di copie, ma piuttosto nel creare pezzi in piccole quantità, essenzialmente unici, attraverso la stretta collaborazione con maestri artigiani altamente specializzati, solitamente legati al materiale utilizzato, dove tradizioni secolari e artigianato altamente qualificato continuano a produrre magia: soffiatori del vetro, maestri cavatori nella scelta del marmo e poi tecnici della lavorazione del marmo stesso, mediatori che conoscono le temperature necessarie per fare nascere e poi solidificare il plexiglass, esperti di legnami che padroneggiano le regole del materiale.

Così le opere di Babled possono considerarsi una summa che racchiude in sé la conoscenza collettiva dei maestri artigiani, il suo talento nel design e la sua capacità di collaborare con maestri di tutto il mondo. Perciò, il suo impareggiabile talento nell’integrare un pensiero progettuale fuori dagli schemi con una tecnologia all’avanguardia culmina in edizioni limitate che contengono un patrimonio mondiale immateriale di tradizioni preziose.
All’interno di questa monografia, possiamo osservare ciò che avviene “dietro le quinte” delle sue creazioni in edizione limitata, approfondendo lo spirito del designer che oggi celebra una carriera di successo che dura da oltre 30 anni. E, attraverso di lui, siamo quindi introdotti in quei luoghi generalmente inaccessibili al pubblico, dove i segreti dei maestri artigiani vengono tramandati di generazione in generazione.
Le regole d’azione vengono anzitutto dettate dal materiale prescelto, vissuto come una cosa viva, densa di richieste specifiche, mai come un’entità amorfa. Semmai la materia viene concepita come qualcosa che non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità, e che dunque si può condurre in territori e a risultati a cui non era mai giunta. Qui si suturano la fase del disegno iniziale, a mano libera e privo di limiti immaginativi, e il risultato finale, che è un compromesso tra quel disegno e la traducibilità in un oggetto reale.

I progetti

Babled, peraltro, non si innamora di una sola tipologia di oggetto. Ha realizzato lampade, vasi, tavolini, tavoli, mobili, sedie, lampadari da soffitto, sedute. Non predilige un ambito di specializzazione, anche se ciò che fa solitamente riguarda il corpo, segue le curve dei viventi, cerca forme che possono persino avere qualcosa di fantascientifico, ma che sono sempre fortemente compatibili con la fisicità:̀ come se fossero nostre protesi o animali mai visti o esseri che potrebbero improvvisamente prendere vita. Anche in relazione a settori in cui la mediazione non è di carattere tecnologico, Babled osserva e ascolta le tradizioni che guidano l’uso e la composizione di certe materie, per poi metterle insieme in maniera innovativa, ma senza mai perdere di vista il dialogo con chi le conosce bene. Può anche non esserci alcuna tecnologia apparente, sostituita da un ritorno a un artigianato basico, fatto di gesti ripetuti, come accade per la parte di produzione iniziata in Tanzania dal 2021, quando lo studio Babled si è sdoppiato dando luogo a Zanzibar anche alla casa di produzione KUKUA.
In questo caso le mani da seguire, da consigliare e di cui accogliere i consigli lavorano senza elettricità, senza trapani, senza altro mezzo che una manualità molto educata da cui nascono sedie di pelle e legno flessibile, tavoli fatti con la tecnica dei cestini, lampade di rafia a forma di palma, sgabelli imbottiti, prodotti con l’aiuto della comunità locale di falegnami e di circa 600 donne dell’organizzazione WomenCraft, nata 14 anni fa nei campi di rifugiati dell’ONU. Se la tecnologia qui è scarsissima, la tradizione offre soluzioni che sarebbe sciocco evitare.

Emmanuel Babled

Nato in Francia nel 1967, ha studiato all’Istituto Europeo di Design di Milano, laureandosi nel 1989. A Parigi Emmanuel Babled si è poi distinto nella realizzazione di progetti d’architettura d’interni e di decorazione per abitazioni private, fino a lavorare con alcune importanti ditte francesi per la creazione di mobili e di oggetti per la casa. Nel 1992 ha aperto lo studio a Milano, iniziando a progettare per diverse aziende italiane. Il suo approccio al design si basa sull’idea che un buon progetto sia il risultato del contatto diretto con l’ambiente in cui viene creato. Questi sono gli ingredienti principali che determinano il successo della sua attività di designer. La prima collaborazione con VENINI risale all’anno seguente, il 1993.

5 Continents Editions è stata fondata nel febbraio 2002 da Eric Ghysels, e da allora i volumi che pubblica sono una lente per scoprire non solo l’arte a 360 gradi, in ogni sua declinazione e in ogni parte del mondo, ma soprattutto gli esseri umani, il mondo che abitano e la creatività cui sono capaci di dare vita. La casa editrice, indipendente, è infatti “casa” di una pluralità di sguardi, di sensibilità, di incontri, di interessi. E di saperi. Non si pone confini spaziali e temporali nei dialoghi alla base dei suoi progetti, non si accontenta del “già visto”: la sua anima si nutre ogni giorno di curiosità e scoperta. Perciò si rivolge alle anime curiose, sempre, senza confini né pregiudizi. E la sensibilità dell’editore, così come il suo stile improntato all’etica, ne sono la guida. Il risultato è che da più di 22 anni i progetti editoriali di 5 Continents Editions continuano a interessare e coinvolgere studiosi, intellettuali, galleristi, facendo nascere in molti casi una stretta collaborazione anche con le maggiori istituzioni museali sia italiane sia internazionali, con fondazioni private, artisti e collezionisti.