gres art 671 è il nuovo polo per la cultura e l’arte contemporanea di Bergamo, uno spazio in grado di offrire una programmazione multidisciplinare e inclusiva, tra mostre, eventi, installazioni e workshop. Sorge su un’area ex industriale di oltre 3.000 mq, recuperata e restituita alla cittadinanza grazie all’impegno di Gruppo Italmobiliare e Fondazione Pesenti. Un centro dinamico, in grado di soddisfare esigenze diverse e di stimolare l’innovazione, favorire il dialogo interculturale e promuovere lo sviluppo sociale e artistico.
Cos’è e cosa offre gres art 671 a Bergamo
gres art 671 è un luogo di incontro che ricuce un’area un tempo abbandonata e ora recuperata, con il centro di Bergamo, cuore pulsante della città. Il numero identificativo 671, scelto in riferimento alla strada statale che costeggia l’area ex Gres, simboleggia il forte legame con il territorio.
Bellezza, arte, intrattenimento, scambio di idee, scoperta, cultura, musica, performance, ma anche formazione e molte attività inclusive, sviluppando modelli sostenibili che promuovano il benessere della comunità: questo è gres art 671 a Bergamo.
Un progetto architettonico contemporaneo che dialoga con la città
Il progetto, firmato da De8_Architetti (Mauro Piantelli), parte dall’assunto di non cancellare le tracce storiche del luogo. Punto di forza di gres art è l’opera di valorizzazione delle qualità spaziali degli edifici esistenti, come i chiaroscuri creati dalla luce naturale, la leggerezza delle strutture in cemento, l’eleganza della forma. Non si tratta di “archeologia industriale”, cioè di qualcosa che ci viene consegnato dal passato e che viene conservato tout court, come se fosse un edificio ormai escluso da ogni dinamica urbana; il valore di queste architetture industriali, come gres art appunto, è dato dalla possibilità che possano continuare a essere spazi vivi, abitati. All’esterno un nuovo spazio urbano, una grande agorà, crea un’area di transizione tra aperto e chiuso.
Gli interni e l’utilizzo del gres
Il progetto per gli interni è stato affidato a Locatelli Partners, che ha tratto ispirazione sia dal materiale che in questo luogo veniva prodotto – il gres – sia dal rapporto tra classici elementi urbani esterni qui portati al coperto. Il grande volume dell’ingresso è stato rivestito con piastre realizzate ad hoc di gres color ruggine, come i tubi dell’ex produzione, per raccontare le radici del luogo. Ancora gres per i tubi tagliati in sezioni differenti che si trasformano in contenitori che, in uno specchio d’acqua nell’area ristoro, accolgono piante e verde.
Gli ampi ambienti interni si sviluppano prendendo ispirazione dagli spazi aperti, ed ecco quindi che sotto le campate del gres troviamo una piazza, un porticato e una terrazza, che diventano microcosmi dove il pubblico è libero di muoversi spostando i confini del grande spazio ex industriale che diventa luogo di aggregazione, di cultura e di scambi.
Il giardino
Progettato dalla consolidata collaborazione tra De8_Architetti e la paesaggista e agronoma Laura Gatti, il giardino è uno degli aspetti “evolutivi” del progetto sul lascito industriale: gli oltre 600 mq sono ricavati “per sottrazione”, grazie all’eliminazione della copertura e alla demolizione della pavimentazione. È un giardino intimo che sembra esser sempre stato in questo spazio. Dalla rimozione della copertura sono state mantenute le sole travi reticolari in cemento e così il nuovo giardino è una sorta di reperto archeologico per inquadrare il disegno delle nuvole e per sentire il rumore delle foglie degli alberi. È la quinta fondale dello spazio espositivo ma è anche un luogo da vivere, grazie a una serie di sedute disegnate e realizzate appositamente. Uno spazio che amplifica la luce naturale anche all’interno di gres art.
I solis silos
Uno dei simboli della nuova vita di gres art sono i sette silos installati all’ingresso. Sette giganti in acciaio corten, 10 metri di altezza, 3,5 di diametro per 39 tonnellate, disegnati da Mario Nanni, realizzati e illuminati da Viabizzuno. Accolgono e invitano il pubblico diventando un segno connotante e distintivo dello spazio. Elementi architettonici che hanno, a loro volta, una storia da raccontare: si tratta infatti delle strutture che, in occasione di Expo 2015, hanno abitato il centro di Milano, nel quartiere di Brera, e che nel sito di gres art parlano, una volta di più, di rigenerazioni e di restituzioni.