Preraffaelliti. Rinascimento moderno, un viaggio intorno al mondo
L’esposizione allestita al Museo Civico San Domenico di Forlì narra la storia delle tre generazioni di artisti associati o ispirati al movimento Preraffaellita, ricostruita attraverso un viaggio intorno al mondo nelle più prestigiose collezioni e musei: dalle Gallerie degli Uffizi e Casa Buonarroti di Firenze alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano; dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma al British Museum, passando per la Royal Academy of Arts, il Victoria and Albert Museum. E ancora: Tate, Royal Collection, Museo de Arte de Ponce, The Luis A. Ferré Foundation, Inc. (Portorico), Yale Centre for British Art di New Haven (Stati Uniti), Vassar College e Dahesh Museum of Art di New York, Fine Art Museum of San Francisco e Colección Perez Simón (Messico).
La prima parte della mostra
La mostra Preraffaelliti. Rinascimento moderno ospita oltre 300 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli. L’esposizione si articola in diverse sezioni accomunate dal concetto di re-invenzione del movimento nelle sue numerose declinazioni.
La prima sezione ospita i maestri italiani, con opere di Cimabue, Beato Angelico, Filippo Lippi, Luca Signorelli e Botticelli, in modo da far immergere subito il visitatore nella cultura visiva a cui ha guardato il Preraffaellismo.
La sezione successiva è invece dedicata al Revival Gotico a ai lavori di John Rorgers Herbert e William Dyce, diretti precursori dei pittori preraffaelliti. Ma è presente anche una serie di disegni di architetture italiane realizzati da John Ruskin, critico d’arte, poeta e pittore, che ebbe un ruolo fondamentale per il movimento preraffaellita e di cui fu teorico di riferimento.
La figura femminile
La successiva sezione della mostra è dedicata alle arti applicate e si propone di mostrare che cosa si intendesse già a quel tempo per “arte diffusa”. Vi si trovano i primi esempi di carta da parati disegnata da William Morris per la Morris & Co, fondata nel 1861, e altri preziosi oggetti che fanno parte del Revival Rinascimentale che caratterizzò il gusto britannico dell’epoca.
Il percorso procede con la pittura di Dante Gabriel Rossetti, che interpreta un tema caro ai Preraffaelliti, per i quali la donna è figura bivalente: dell’amore essa infatti incarna tanto la vita edonistica quanto la forza distruttiva, dualità che rende manifeste le fragilità umane su cui si interroga ricorsivamente il Preraffaellismo.
Sulla scia di Michelangelo
Dopo le opere della Confraternita preraffaellita (da Ford Madox Brown a Dante Gabriel Rossetti), la mostra procede con John Everett Millais, William Holman Hunt, Walter Deverell e Charles AllstonCollins, mentre la sala degli affreschi è interamente dedicata a Edward Burne-Jones, di cui si può ammirare la Small Briar Rose Series e l’incompiuta Venus Discordia. Queste tele documentano la forte influenza esercitata dai capolavori di Michelangelo che l’artista ebbe modo di studiare nel 1871 quando, nel suo terzo viaggio in Italia, realizzò anche copie fedelissime degli affreschi della Cappella Sistina. Ecco perché completano la sezione disegni dello stesso Michelangelo, accanto ad opere notevoli di Bernardino Luini, Filippino Lippi e Cosimo Rosselli.
Le altre sezioni della grande mostra
Nelle stanze successive troviamo la sezione dedicata alle opere di George Frederic Watts e di Frederic Leighton, che fu presidente della Royal Accademy e svolse un ruolo straordinario nel diffondere la cultura italiana in Gran Bretagna, le cui opere sono messe a confronto con quelle di Paolo Veronese e Tiziano.
Ad aprire l’ultima parte dell’allestimento sono gli artisti che esposero alla Grosvenor Gallery, fondatanel 1877 come alternativa progressista alla Royal Accademy, ossia tele di Evelyn De Morgan, John Roddam, Spencer Stanope, Fred Appleyard, Phoebe Anna Traquair, opere decorative di William DeMorgan e Walter Crane, sculture di Alfred Gilbert e William Reynolds-Stephens.
Il percorso si conclude con una sezione dedicata agli artisti italiani che subirono la fascinazione per le tendenze neorinascimentali attraverso i progetti architettonici, come la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano (1865) e i portici di Piazza della Repubblica di Firenze (1885-95), oppure da opere d’arte decorative, come i mobili presentati alle esposizioni universali.
Un nuovo Rinascimento artistico
Il Preraffaellismo, la cui data di inizio può essere fissata con certezza al 1848, ma la cui conclusione non è facile da individuare perché sfuma nei movimenti decadente e simbolista, non fu un ritorno reazionario agli stili del passato, ma un progetto visionario capace di creare opere decisamente moderne, restituendo forza e presenza alla tradizione italiana.
La scelta delle opere in mostra a Forlì ricostruisce, dunque, le radici ottocentesche dei Nazareni e di Ruskin, estendendosi fino all’eredità novecentesca. Colonna portante della riflessione degli organizzatori è stata la volontà di mettere in atto il confronto diretto tra gli artisti moderni e i maestri italiani dal Trecento al Cinquecento, evidenziando come lo sguardo al Rinascimento storico sia stata la premessa per questo nuovo Rinascimento artistico.
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