Pittore, scultore, scrittore, Umberto Boccioni è stato un vero mostro sacro della cultura italiana. Nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, nel 1901 si trasferì a Roma, dove studiò disegno, frequentò la Scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti, e da Giacomo Balla apprese, con Gino Severini, la tecnica della pittura divisionista.
Nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, nel 1901 si trasferì a Roma, dove studiò disegno, frequentò la Scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti, e da Giacomo Balla apprese, con Gino Severini, la tecnica della pittura divisionista. Nel 1902 visitò Parigi, dove studiò la pittura impressionista e postimpressionista. A Roma partecipò alla “Mostra dei Rifiutati” nel 1905 e all’ “Esposizione di Belle Arti” nel 1906.
Dopo un viaggio in Russia nel 1906, visitò Padova e si trasferì a Venezia, dove trascorse l’inverno 1906-07 frequentando i corsi di copia dal vero dell’Accademia di Belle Arti. Nel 1907 si stabilì a Milano dove avvenne l’incontro con il poeta Filippo Tommaso Marinetti, autore del famoso Manifesto tecnico del movimento futurista che, partito dall’Italia nel 1910, avrebbe conquistato il mondo.
Se Giacomo Balla fu molto suggestionato dagli esperimenti fotografici di Anton Giulio Bragaglia, se Gino Severini fornì l’interpretazione più delicata e leggera del futurismo, se Fortunato Depero fu il futurista più giocoso, Umberto Boccioni fu del movimento il più drammatico, il più tormentato, uno dei più radicali e incendiari, e fu il futurista che, nell’ambito della scultura, raggiunse gli esiti più moderni e innovativi, tanto che lo si potrebbe considerare come l’artista che ha aperto il Novecento grazie soprattutto a uno dei suoi massimi capolavori, Forme uniche della continuità nello spazio. I risultati più originali saranno quelli che Boccioni raggiungerà solo negli ultimi sei anni della sua carriera: sei anni che però hanno probabilmente cambiato il corso della storia dell’arte.
Nella sua visione futurista i soggetti della rappresentazione erano la città, le macchine, la caotica realtà quotidiana. Nelle sue opere, egli seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia.
Arruolatosi nella Grande Guerra, Umberto Boccioni morì il 17 agosto del 1916, non avendo ancora compiuto 34 anni, per le conseguenze di una caduta accidentale da cavallo. La caduta era avvenuta il giorno prima durante un’esercitazione militare, in località Sorte a Chievo, frazione di Verona, dove oggi si trova la sua lapide commemorativa, in una stradina immersa nella campagna.
Unique Forms of Continuity in Space | Umberto Boccioni 1913, cast 1950
The Street Pavers | Umberto Boccioni | 1914
Unique Forms of Continuity in Space | Umberto Boccioni 1913, cast 1950
The Street Pavers | Umberto Boccioni | 1914
Young Man on a Riverbank (recto)
Study of a Wagnerian Scene (verso)
Umberto Boccioni | 1902
Man at a Café Table, Paris | Umberto Boccioni | 1911
Self-Portrait | Umberto Boccioni | 1910
Young Man on a Riverbank (recto)
Study of a Wagnerian Scene (verso)
Umberto Boccioni | 1902
Man at a Café Table, Paris | Umberto Boccioni | 1911
Self-Portrait | Umberto Boccioni | 1910
States of Mind: Those Who Go | Umberto Boccioni 1913