Pittore, scrittore, poeta, ma anche regista, direttore artistico, sperimentatore, performer, musicista.
ndrea Saltini, artista carpigiano famoso in tutto il mondo, è tutto questo ma anche molto altro. Impossibile definirlo. Guai a etichettarlo. Passione, talento e creatività lo accompagnano fin dalla tenera età: aveva solo sette anni quando è scoccata la scintilla, quando è nata la sua ossessione per l’arte.
“Andavo spesso a Mantova, a trovare una mia carissima zia. Ricordo che mi portava sempre a visitare Palazzo Te. E lì è avvenuta la magia. Nella Sala dei Giganti, di fronte alla potenza narrativa degli affreschi di Giulio Romano, ho tremato. Sono tornato a casa sconvolto”, racconta Saltini, con ancora un velo di emozione negli occhi.
“Disegnavo in continuazione, ma non il sole, le case, gli alberi, soggetti solitamente scelti dai bambini. Io volevo replicare ciò che avevo visto a Palazzo Te, ma anche trovare un’identità attraverso la serie di volti che creavo”, rivela l’artista 49enne. “Il Rinascimento mantovano è stato molto importante per me e, in particolare, le opere di Romano mi hanno influenzato, portandomi a sviluppare un certo amore per la distorsione, con i suoi corpi macilenti, talvolta scabrosi, e le sue atmosfere cupe”.
E mentre gli amici andavano al campetto a giocare e, più tardi, nei locali a divertirsi, Andrea Saltini, ormai adolescente, preferiva creare storie e figure, per dare libero sfogo alla fantasia e alle emozioni, cercando di domare quel fuoco che bruciava, e ancora brucia, nella sua anima.
Nel bellissimo studio di Carpi, il suo mondo, la sua casa, si respira arte a trecentosessanta gradi. In ogni stanza regna un silenzio evocativo, tra quadri che sembrano opere teatrali, volti enigmatici, montagne di libri, colori, gessi, disegni abbozzati, frasi impresse su quaderni e su fogli sparsi. Sempre a luci soffuse. “Ho un bisogno viscerale di scrivere e disegnare tutto quello che mi passa per la testa. Porto sempre con me un diario, anche quando vado in vacanza”, spiega Saltini. “Amo la carta, infatti i miei dipinti non sono altro che grandi disegni. E la mia pittura è sporca. Per anni ho lavorato sul monocromo, perché era un mio desiderio ottenere, a livello pittorico, un risultato che fosse, appunto, amico del disegno”.
Helter skelter | mista su tela 210×90 cm | 2020 | Collezione privata
Andrea Saltini espone in tutto il mondo, da Milano a New York, dalla Cina al Sud Africa. Le sue opere sono presenti in importanti gallerie, in collezioni pubbliche e private. Ha pubblicato numerosi libri e ricevuto premi internazionali, passando anche per la Biennale di Venezia nel 2013, dove ha esposto una decina di dipinti incentrati sulla figura di Ofelia, personaggio shakespeariano che adora.
Da anni collabora con diversi festival, tra cui Concentrico Art, di cui è direttore artistico, e ama scoprire e promuovere nuovi talenti. “Sono un curioso patologico – confessa – Quando dipingo scrivo, quando scrivo dipingo. Amo il teatro. E mi appassiono al lavoro degli altri”.
In questo periodo Andrea Saltini è in piena esplosione creativa. Da metà febbraio, fino a fine marzo, parteciperà, con alcuni dipinti inediti, a Magnificat, una mostra speciale allestita presso il Museo Diocesano di Carpi (Modena). “Si tratta di un lavoro che richiede uno sguardo paziente, una profonda ricerca sulla concezione odierna della spiritualità, su come sia cambiata anche per il credente più canonico”, ci anticipa l’artista, mentre definisce gli ultimi dettagli della sua versione di Adamo ed Eva. Sarà, dunque, una nuova, imperdibile occasione per farsi travolgere dalla potenza e dalla visionarietà delle creazioni di Saltini, un talento unico nel suo genere, capace di sorprendere
e di far riflettere.
Lo studio
Tango a svenire mista su tela 60x60cm | 2013
Collezione Privata
Se mi tiri giu non riusciro’
mista su tela 220 x 180 cm | 2017
Collezione Privata